Recensioni
Tutto chiede salvezza, Daniele Mencarelli
Mondi tra le righe
Il dolore dei matti del mondo
Daniele Mencarelli, vent’anni, si sveglia una mattina sdraiato sul letto di un ospedale. Accanto a lui altri cinque uomini, ciascuno caratterizzato da una propria, personalissima, pazzia. Ma tutti accomunati dallo stesso desiderio, anzi dallo stesso bisogno: trovare pace da un mondo che li ha travolti ed emarginati. Saranno questi cinque uomini, insieme agli infermieri, ad accompagnarlo nella sua settimana di Trattamento Sanitario Obbligatorio. Fino a diventare fratelli, la cosa più simile all’amicizia che lui abbia mai incontrato. Fino a rendere la stanza di un ospedale qualcosa di molto vicino a una vera e propria casa.
Daniele, a cui negli anni i medici hanno diagnosticato patologie diverse senza mai trovare una soluzione, viene ricoverato in psichiatria il 14 giugno 1994; dopo un episodio di rabbia maniacale indotto dalle sostanze; è estate, e come tutti i giovani di Roma, il protagonista vorrebbe solo guardare i Mondiali di calcio con i suoi amici, passare le serate in discoteca, fare il bagno al lago. Invece è obbligato dal comune di Velletri a condividere un’intera settimana con quelli che definirà, al telefono col fratello, “Tutti matti, ma matti veramente.” I primi giorni passano lentamente, scanditi da un caldo insopportabile, i pasti scadenti dell’ospedale, e la voce di uno dei suoi compagni che ripete senza logica: “Maria ho perso l’anima! Aiutami Madonnina mia!”
Ma Daniele, maledetto sin da quando è piccolo da una sensibilità fuori dal comune, non è in grado di fermarsi a quello che gli altri definiscono, semplicemente, pazzia. Il dolore dei suoi compagni lo sente tutto sulla sua pelle. E insieme a esso sente il dolore di tutte le madri che hanno sofferto come la sua, di tutti i padri, di tutti i fratelli e di tutti i figli. E a questo dolore, a questa sua malattia è riuscito a dare un nome: si chiama salvezza. La malattia di ogni uomo che abbia mai messo piede sulla terra, nessuno escluso. Solo che nei suoi compagni di stanza, fragili e impauriti, questa malattia ha trovato un terreno più fertile, trasformandosi in patologia.
La delicatezza con cui guarda i suoi compagni, e i matti di tutto il mondo, gli permette di comprendere che quello che li unisce è molto più forte di quello che li divide. Che ciascuno di loro, nel proprio angolo di stanza, vive lo stesso tormento davanti all’insensatezza della vita. E lo vivono con una sincerità nuova davanti agli occhi del protagonista, che gli permette di essere vero, forse per la prima volta, senza bisogno di maschere, lontano dal giudizio dei sani.
Dopo una settimana di TSO, Daniele Mencarelli esce dall’ospedale. Ma quei sette giorni, per Daniele e per chiunque abbia avuto la fortuna di leggere questo romanzo, valgono quasi quanto una vita intera. Fatta di dolori, amicizie, peccati e speranza di salvezza. “Salvezza per i pazzi, di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della storia.”
Tutto chiede salvezza, uscito nel febbraio 2020, è un romanzo autobiografico, scritto dallo stesso Daniele Mencarelli, e suo secondo romanzo dopo La casa degli sguardi del 2018. La forza di quest’opera, e in generale della sua scrittura, sta nella libertà con cui l’autore riesce a mostrare i lati più fragili delle persone, a partire da se stesso. Non ha paura di raccontarci quanto abbia fatto soffrire i suoi genitori, che non hanno fatto altro che riempirlo d’amore. O i suoi fratelli, che davanti alla sua fatica non possono fare nulla. E i suoi compagni di stanza, che ha trattato come pazzi solo perché condividevano il suo stesso e incomprensibile desiderio di salvezza.
Questo è un romanzo da leggere tutto d'un fiato. Un pugno nello stomaco a ogni pagina. Un reportage straziante sulle varie facce della sofferenza umana. Una sofferenza raccontata da chi l'ha vista e vissuta in prima persona, e che grazie alle sue parole l'ha resa universale.
Quest'opera ha vinto il premio Strega giovani 2020; e nel 2022 è diventata anche una serie Netflix di 7 puntate di cui dovrà uscire la seconda stagione, un altro capolavoro di delicatezza e dolcezza umana.
Leggere questo libro per me è stato uno di quei momenti della vita di cui esiste un prima e un dopo. Per mille motivi; ma principalmente perché per la prima volta qualcuno ha saputo e avuto il coraggio di dare il nome a una ferita insopportabile che colpiva anche me, e forse tutto il resto dell'umanità. Che mi rendeva nemiche le facce intorno, e mi faceva sembrare ostili le case che abitavo.