Recensioni

Se una notte d'inverno un viaggiatore, Italo Calvino

Mondi tra le righe

Dieci libri in un solo romanzo

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo SE UNA NOTTE D’INVERNO UN VIAGGIATORE di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito agli altri: NO, NON VOGLIO VEDERE LA TELEVISIONE! Alza la voce, se no non ti sentono. STO LEGGENDO! NON VOGLIO ESSERE DISTURBATO! Forse non ti hanno sentito con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida STO COMINCIANDO A LEGGERE IL NUOVO ROMANZO DI ITALO CALVINO! O se non vuoi non dirlo; speriamo ti lascino in pace.

Calvino che vi sfida a leggere questo romanzo

Con queste parole si apre uno dei libri più innovativi del Novecento, scritto da uno dei più grandi scrittori e intellettuali della storia italiana. Parto mettendo le mani avanti; questo non è un libro semplice. Dimenticatevi tutto quello che sapete e che vi hanno insegnato sulla classica struttura dei romanzi, perché qua nulla è come dovrebbe, e di tradizionale c’è ben poco.

Se dovessi usare poche parole per parlarvi del romanzo, vi direi che Calvino inizia a scrivere dieci libri e poi non li conclude, ma voi lettori non lo sapete, e per duecento pagine cercate di scoprire come vanno a finire quelle storie.
È ovviamente una semplificazione che non rende giustizia al genio che sta dietro la scrittura di questo libro, ma è un buon punto di partenza.

Quindi partiamo.
Trovate la prima anomalia del libro già dalla prima riga. Calvino si rivolge al lettore. Siete voi i protagonisti, voi che state per leggere. E questo detta subito il tipo di lettura. Non una passiva, dove guardate il protagonista fare cose, ma attiva, perché avete la sensazione di non stare solo sfogliando le pagine. Vi sentite addosso il compito di portare avanti la storia, come se aveste davanti una pagina bianca da riempire, e non una stampata da leggere. Per tutto il romanzo, Calvino parlerà a voi chiamandovi Lettore, vorrà sapere la vostra opinione e vi chiederà di riflettere sulla vostra vita e sulle scelte fatte finora.

Ma di cosa parla il libro?
Come ho detto prima ci sono dieci incipit che sembrano scollegati tra di loro, ma sono in realtà tenuti insieme dall’unica vera trama che vi portate avanti per tutto il libro. Il Lettore va in libreria e compra una copia del nuovo libro di Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore. Poi va a casa, inizia a leggerla e si accorge che c’è qualcosa che non va, dopo la pagina trentadue, il libro ritorna alla diciassette ed è tutta una ripetizione.

Allora torna in libreria, e il commesso gli dice che c’è stato un errore di stampa, che quello che ha letto non è nemmeno il romanzo di Calvino. In libreria conosce una ragazza, la Lettrice, anche lei lì per lo stesso motivo, che diventerà parte fondamentale di questo viaggio tra le mille (in realtà dieci) storie. 

Da questo punto parte l’avventura del Lettore alla ricerca del romanzo perduto, quello per cui era uscito di casa alla prima pagina. Il Lettore e la Lettrice si troveranno tra le dita vari manoscritti, ogni volta convinti di avere finalmente quello che stavano cercando, per poi scoprire di avere iniziato l’ennesima storia, che non c’entra nulla con la precedente, ugualmente interessante però, che si aggiunge alla lista di libri da leggere ora che sono stati iniziati.

Dico la verità, ci sono stati dei momenti durante la mia lettura dove ho pensato di chiudere il libro e lasciarlo perdere. Perché dopo il terzo o quarto manoscritto che voi, in quanto protagonisti, vi trovate a leggere, vi sale un senso di frustrazione. È un po’ come correre in un labirinto e ogni volta che pensate di aver trovato la via d’uscita vi trovate davanti un vicolo cieco. Verrà anche a voi questa sensazione, ma non mollate, fidatevi.

Perché, andando avanti, troverete questa moltitudine di personaggi al limite del fantastico, questi uomini e queste donne dai tratti umani, ma dalle caratteristiche pittoresche. Ci sono professori universitari in lotta per stabilire la dominanza di una lingua sull’altra. Lingue che non esistono, tra l’altro.
C’è Lotaria, come l’animale, ma tutto attaccato, che è la sorella della Lettrice e fa parte di questa setta di lettori fuori di testa.
C’è Cavedagna, l’impiegato sottopagato e oberato di lavoro della casa editrice, che risolve i problemi a tutti tranne che al nostro Lettore.
C’è Manara, il traduttore truffatore, che scrive da posti esotici di essere in ritardo nella consegna, perché tenuto prigioniero come menestrello da una sultana.
C’è Silas Flannery, il vecchio dei gialli, come viene definito a un certo punto. Questo famigerato scrittore irlandese di cui leggi il diario, ma non si sa bene se è reale o no.

In questa accozzaglia di personaggi, verso metà libro, il focus di Calvino si sposta sulla Lettrice. Ludmilla, così si chiama, vi viene presentata a inizio libro come uno qualunque degli altri personaggi. Di questo, Calvino si scusa, e definisce la terza persona usata necessaria, ma ora è giusto che anche lei occupi lo spazio che merita nella mente di chi legge.

Il Lettore e la Lettrice cercano instancabili il manoscritto originale per tutto il libro, andando in posti esotici, finendo in prigione in terre lontane, scoprendo l’uno i segreti dell’altra. A un certo punto non vi ricordate nemmeno più cosa state cercando, perché tutte le trame si mischiano e i personaggi si confondono. Nessun incipit è simile all’altro. Ci sono generali che hanno paura dello squillo del telefono, ci sono omicidi e occultamenti di cadavere, giovani che partono a cavallo per ritrovare la propria madre.

Questo libro è tanto. È tutto tanto. Però la maestria di Calvino sta nel fatto che la struttura è chiara e ben definita. Nonostante sia un libro scritto in seconda persona, nonostante ci siano undici trame che si sviluppano all’interno del romanzo e nonostante non sembri avere una fine apparente, a guardarlo nel suo intero è tutto molto chiaro. Nulla è lasciato al caso. E come se tutto questo non fosse abbastanza, a quindici pagine dalla fine, Calvino vi mette anche questa critica azzeccatissima ai regimi e alla repressione culturale in confronto alla libertà di espressione e all’atto intimo della lettura. Meraviglioso.

Tutto molto bello, ma come finisce questo libro? La vera domanda forse sarebbe, ma questo libro finisce davvero? Io non ve lo dico. Lascio a voi la decisione di imbarcarvi nell’impresa di leggere Se una notte d’inverno un viaggiatore. Mi saprete dire. Vi lascio però una chicca, che è anche un mezzo spoiler, ma tanto fuori contesto non conta. Quando dico che nulla è lasciato al caso, intendo proprio nulla. Fate attenzione ai titoli dei dieci incipit, perché quando arrivate alla fine e capite QUELLA cosa che non vi posso dire, allora capite davvero di cosa parla Calvino.

Cos’altro dire. Nulla in realtà, se non che credo che questo sia davvero il libro dei libri. Racchiude tutta l’esperienza della lettura in duecento pagine. Con un libro solo Calvino te ne regala dieci.
Cosa potete volere di più?

Valentina Tanfani

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