Recensioni

Non è un lavoro per ragazze, Kazuki Sakuraba

Mondi tra le righe

“Anche tu a modo tuo avrai tanti pensieri per la testa. Se sei scoppiata di colpo è perché hai cercato di sopportare troppo a lungo. Molto spesso la violenza nasce da una sopportazione fatta controvoglia.”

Ōnishi Aoi è una ragazzina della prefettura di Yamaguchi, in Giappone. Frequenta la seconda media. Ha un temperamento irrequieto, ma sa anche far ridere tutti. Ha un numero sufficiente di amiche. Le piacciono i libri e i videogiochi. A scuola va  discretamente. Non c’è niente in apparenza che non vada.

Ma Aoi non è la solita ragazzina. A casa ha un patrigno violento e ubriacone,  che le ruba tutti i soldi che si è guadagnata con lavoretti modesti. Dopo aver resistito tanto a lungo Aoi decide di non poter più sopportare i maltrattamenti, così una sera d'estate uccide il suo patrigno. Non è da sola in ciò, l’unica persona che la aiuta e che conserverà il segreto con lei è Miyanoshita Shizuka, un’altra ragazza di seconda media, compagna di classe di Aoi.

Una ragazza che, al contrario suo, non dà nell’occhio, schiva e silenziosa quando circondata dagli altri, diventa improvvisamente carismatica e autoritaria quando si trova da sola con Aoi. Tanto da riuscire a convincerla ad ammazzare il proprio patrigno. E a chiedere lo stesso favore in cambio.

Aoi quindi ucciderà due volte. Entrambe le volte perché non è riuscita per tempo a rivelare il dolore e la paura che la schiacciavano. Tutto il romanzo è un'intera richiesta di aiuto. Di adolescenti che crescono semi allo sbaraglio in un’isola sperduta, dove anche le cose più banali arrivano in ritardo, e vengono accolte come le più grandi innovazioni, come la presenza di un singolo McDonald’s, aperto recentemente, diventato un popolare punto di aggregazione per i ragazzi dell’isola.

Aoi e Shizuka si conoscono quasi per caso, non hanno molto in comune, se non quel bisogno di essere libere che le spinge alla violenza. In Aoi, Shizuka vede qualcuno di abbastanza determinato e coraggioso, da poter veramente riuscire a compiere un omicidio. E perciò se la prima si limita a escogitare il piano è la seconda poi a metterlo in pratica.

Ogni capitolo ha per titolo le indicazioni che Shizuka dà ad Aoi per compiere gli omicidi, indicazioni che poi si alternano, in corsivo, alla narrazione degli eventi, mettendo in mostra come in realtà anche il piano più meticoloso non sempre vada per il verso giusto.

A fare da sfondo alle vicende c’è questa isola giapponese, con il mare, il cielo e la natura. Tutto così selvaggio e incontaminato, sembra far eco alle emozioni irrequiete e rabbiose delle due ragazzine. Le descrizioni così precise della natura che cambia di stagione in stagione, ci mostra il tempo che passa, che logora lo spirito di Aoi, come fa ingiallire le foglie sugli alberi, finché arriva l’inverno gelido e la sua volontà si risveglia, calda, decisa a mettere fine a quella spirale di omicidi in cui si era cacciata per aver sopportato troppo a lungo.

Silvana Accardo

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