Recensioni

Il figlio del fisarmonicista, Bernardo Atxaga

Mondi tra le righe

Bernardo Atxaga è considerato il più grande scrittore in basco. Scrive cioè in euskera, la lingua parlata nel Paese basco. Il Paese basco, da non confondere con i Paesi Baschi, rappresenta l’unione dei territori tra la Spagna nordorientale e la Francia sudoccidentale abitati dal popolo basco. Un insieme di popoli separati dai Pirenei ma uniti da un retaggio comune e da una lingua, l’euskera, che rappresenta un’anomalia nell’intero sistema linguistico europeo. Le sue radici infatti sono pressoché sconosciute ed è nota per non avere nessuna radice in comune con le lingue parlate dai popoli confinanti: siano esse di radice romanza, slava o germanica.

L’unicità di questa lingua riflette l’unicità di un popolo che ha rappresentato per secoli un unicum nel panorama geopolitico europeo. Caratterizzati da un marcatissimo nazionalismo e da un retaggio culturale che si discosta di molto da quello della Spagna castigliana, i baschi sono stati artefici e promotori, al pari degli irlandesi dell’IRA, di uno degli ultimi movimenti armati di promozione dell’indipendenza. L’ETA (Euskadi Ta Askatasuna, letteralmente Paese basco e libertà) ha monopolizzato la narrazione del territorio basco negli ultimi decenni del ventesimo secolo, e la sua presenza pervasiva nella vita dei baschi ha una sua profonda risonanza anche nella produzione letteraria. Il figlio del fisarmonicista non fa eccezione a questa regola.

All’improvviso, l’orchestrina smise di suonare, e invece della musica si udì un mormorio, sempre più intenso. “Stanno distribuendo dei volantini, David”, mi disse un uomo che ballava con la moglie. Ci conoscevamo dai tempi in cui suonavo l’armonium in chiesa, perché cantava nel coro. “Guardate! Guardate!”  Esclamò tendendo il braccio verso il municipio. La bandiera spagnola ardeva sul balcone. “Chiunque sia stato è più abile di me!” disse l’uomo a sua moglie. Il trombettista dell’orchestrina gridò attraverso il microfono, “Calma, per favore!” Ripresero a suonare Quinientas millas, ma era inutile. Tutti se ne stavano andando.

Nel viavai generale vidi due Land Rover e una mezza dozzina di guardie coi fucili spianati. “Questa sì che è bella!” esclamò l’uomo. Sul tetto del municipio ondeggiava una bandiera rossa, verde e bianca. Io l’avevo vista già altre volte, soprattutto all’università, ma solo sui volantini o dipinta sui muri. “La bandiera basca!” disse l’uomo. Ci fu emozione nelle sue parole, o forse spavento.


Il figlio del fisarmonicista narra la storia di David e dei suoi compaesani di Obaba, seguendo la loro vita dall’infanzia fino al punto in cui le loro vite si separano inesorabilmente. È uno dei suoi più cari amici, Joseba, a prendere in mano il manoscritto che David ha finito poco prima di morire. Se, dunque, il destino di David è chiaro fin dal principio, risulta evidente che l’obiettivo verso cui Atxaga punta il dito sia il dipanarsi della sua esistenza; l’intrecciarsi delle vite degli abitanti di Obaba è il vero centro della narrazione.

David cresce senza la consapevolezza di ciò che lo circonda, degli attriti che la Guerra Civile spagnola ha lasciato tra gli abitanti della sua comunità, e del ruolo che suo padre – il fisarmonicista – ha avuto in quei giorni. Finché un giorno viene a conoscenza di un evento nascosto tra le pieghe della memoria degli abitanti di Obaba. Degli uomini sono stati fucilati anni addietro, e tutto lascia intendere che suo padre possa avere avuto un ruolo di primo piano nella loro esecuzione.

La lista dei fucilati di Obaba mi ritornò in mente: Humberto, Goena senior, Goena junior, Eusebio, Otero, Portaburu, “i maestri”, “l’americano”. Benché cercassi di dimenticare, ficcando il quaderno del gorilla tra le vecchie scartoffie di un cassetto o rifugiandomi nello studio, sentivo quei nomi sfiorare la superficie dei miei pensieri, sul punto di affiorare. Erano rimasti impressi nella mia memoria con la stessa precisione di quelli di José Iturrino e Jesùs Marìa Gabirondo sul marmo del nuovo monumento.

Finisce così per David il periodo della spensieratezza, e prende il via la vita: fatta di litigi, amori e la conoscenza di un gruppo di giovani che si presentano come entomologi, ma forse nascondono qualche segreto in più. Riuscirà David a scoprire di cosa si occupano?

Eugenio Manuelli

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