Recensioni

Estate caldissima - Gabriella Dal Lago

Mondi tra le righe

Esiste una via di fuga?

In una caldissima estate italiana, più vicina a noi di quanto siamo abituati a immaginare con la letteratura, un gruppo di colleghi si rifugia nella casa in campagna del fondatore della loro agenzia di comunicazione. Inizia con queste premesse boccaccesche il romanzo ipercontemporaneo di Gabriella Dal Lago, che racconta della settimana di vita comunitaria di un manipolo di millennials alle prese con il cambiamento climatico e i cambiamenti nelle loro vite, senza che si riesca mai a capire quale dei due eventi abbia per loro l’impatto più devastante.
Il romanzo è uscito per la casa editrice 66thand2nd nel 2023.

“Accelera il passo nella direzione che pensa sia quella giusta, ma la verità è che non ha idea di dove stia andando, e tutto d’un tratto - sarà la monotonia del paesaggio, sarà che fa sempre più caldo, che la polvere ha iniziato a raschiarle la gola - le prende il panico. Non è neppure lontanamente razionale, ma in testa formula il pensiero Non tornerò mai più indietro”.

Greta, Gian, Carlo, Laura, Vic, Alma e Tommi sono i protagonisti di una narrazione corale che si propone di scattare un’istantanea della condizione in cui sembrano incagliati sempre più persone attorno ai trent’anni. Ognuno, nella casa di Gian, porta il suo carico di insicurezze, di desideri inespressi e inadeguatezza che contribuisce a far sembrare quella che dev’essere un semplice ritiro di lavoro in un festival delle debolezze umane.

La trama è quasi tutta qui: vuoi per la dimensione ridotta del libro o vuoi per la scarsa centralità che ha all’interno del romanzo. Infatti, Gabriella Dal Lago parte da uno scenario molto più che realistico (i riferimenti al caldo insopportabile non fanno a meno della recentissima battuta “la più calda estate della nostra vita, finora”) per affrescare un ritratto generazionale che non si tira indietro su nessun argomento. La compresenza di così tanti personaggi non è un limite o un vezzo narrativo, ma lo strumento che dà adito alla messa in scena di molte delle problematiche conosciute dai nati negli Anni Ottanta e Novanta: dalla smania di controllo alla sensazione di essere impostori, dalle relazioni tossiche alla difficoltà nella corretta percezione del proprio corpo.

Ma è una la sensazione che sembra permeare tutte le pagine di Estate Caldissima. La costante percezione dei suoi protagonisti di trovarsi in bilico, condannati a un equilibrio precario che non ha mai fine. La consapevolezza di stare a cavallo tra una generazione, quella dei loro genitori, che appare molto più solida e quella degli zoomer, che arremba alle loro spalle come a ricordargli continuamente che il loro arrivo significa una sola cosa: la fine della loro giovinezza e del tempo in cui tutte le strade sembravano percorribili. Le donne e gli uomini di questo romanzo sembrano essere impegnati in una continua fuga: da loro stessi, dalla tristezza e dal tempo delle scelte. Ma con una continua tensione verso la volontà di prendersi le loro responsabilità. Quei diritti e doveri tipici della vita adulta che una società che slitta sempre di più verso la ricerca della giovinezza eterna sembra volergli rifiutare; attraverso piccoli gesti, il paternalismo imperante, nascosto nei consigli non richiesti, nel sentirsi dare del “ragazzo” a trentacinque anni e forse, che incubo, per sempre.

“Greta annuisce. Essere così: a fuoco. Centrata. Parlare solo quando ha chiaro cosa vorrebbe dire. Non avere bisogno di riprovare nulla. Vivere una vita che somigli più alla prima di uno spettacolo, e di meno alla prova generale”.

Ma Gian e i suoi dipendenti non hanno il tempo di portare i loro problemi a un livello così alto di astrazione. Tutto rimane confinato sul piano dell’immediatezza delle loro necessità pratiche. Basta la quotidianità a ricordare a tutti loro come quello che gli è stato promesso è andato in frantumi nell’arco di una sola generazione. E così, quella che inizia come una settimana di lavoro finisce ben presto per diventare lo specchio delle loro vite. Gli unici spettatori al di fuori di queste dinamiche sono Lily e Leo. Una gatta e un bambino che si trovano prigionieri di una situazione che non sanno come gestire.

Ma forse esiste una via di fuga da tutto questo?

Eugenio Manuelli

ASSOCIAZIONE CULTURALE LA COPERTINA
STORYTELLING DA DIVANO ETS


Sede Legale: Milano, Via Monte Rosa 86
Partita IVA: 13238190964
C.F.: 13238190964
NUM. ISCRIZIONE AL RUNTS: 1152431

ASSOCIAZIONE CULTURALE LA COPERTINA
STORYTELLING DA DIVANO ETS


Sede Legale: Milano, Via Monte Rosa 86
Partita IVA: 13238190964
C.F.: 13238190964
NUM. ISCRIZIONE AL RUNTS: 1152431